Se devo pensare ad una situazione medica che impegna e coinvolge, non posso non pensare alle giovani mamme con il diabete.
Le mamme con diabete sono le migliori pazienti (nel senso letterale) e seguono scrupolosamente ogni più difficile indicazione, la dieta più ferrea o la terapia più complicata da praticare. Hanno un obiettivo ben preciso, farebbero qualunque sforzo per raggiungerlo nel migliore dei modi; nasce così quell’alleanza fra medico e paziente capace finalmente di sconfiggere il diabete.
Diabete e gravidanza è, in realtà, una dizione abbastanza generica. Dobbiamo infatti distinguere tra chi il diabete lo sviluppa per la prima volta durante la gravidanza (diabete gestazionale) e chi invece ha già il diabete ed inizia una gravidanza.
Le due condizioni, che apparentemente possono sembrare molto simili, nella realtà sono molto diverse e necessitano di una gestione diversa.
Si definisce diabete gestazionale un’alterazione della glicemia che si manifesta per la prima volta durante la gravidanza e che, nella maggior parte dei casi, si risolve dopo il parto. Diversa è la condizione di una donna che ha già il diabete prima della gravidanza; affronta una gravidanza con il diabete e questo naturalmente non si risolverà dopo il parto e in tal caso si parlerà di “gravidanza con diabete”.
Una donna con il diabete (più spesso di tipo 1, ma anche di tipo 2) ha bisogno di una valutazione prima del concepimento, non per l’inizio di una terapia specifica,ma soprattutto per l’adeguamento della terapia preesistente. Quando la valutazione pre-concepimento non è stata effettuata è necessaria una valutazione del compenso del diabete il prima possibile, in modo da poter eventualmente impostare la terapia più idonea per ottenere un ottimo controllo del diabete ed eventualmente la sostituzione di farmaci che la futura mamma sta assumendo e che potrebbero essere controindicati in gravidanza.
A prescindere da queste (comunque importanti) differenze, le due forme di diabete in gravidanza si uniformano per l’importanza dell’attenta valutazione del controllo della glicemia.
Lo sviluppo del feto dipende dalle sostanze nutritive che provengono dal sangue della madre; la placenta (cioè la struttura che accoglie il feto durante la gravidanza e consente di trasportare le sostanze nutritive indispensabili al suo sviluppo), rappresenta una sorta di filtro che consente il passaggio del nutrimento dal sangue della madre a quello del feto. Nel nostro caso, quello che ci interessa sapere è che il glucosio passa la placenta, mentre l’insulina della madre no. Quando è presente una glicemia molto alta nella madre, al figlio arrivano alte quantità di glucosio che determinano un’eccessiva nutrizione e un’eccessiva produzione di insulina da parte del pancreas del feto. Alla fine questo si tradurrà in due conseguenze che possono essere anche molto gravi: un eccessivo accrescimento (che in termini medici si definisce “macrosomia fetale”) che potrebbe causare problemi per il parto e una possibile, anche grave, ipoglicemia alla nascita.
È importante che il controllo glicemico sia ottimale fin dai primi momenti del concepimento poiché l’iperglicemia, quando presente nelle prime settimane di vita dell’embrione, può causare un maggior numero di aborti spontanei.
La gravidanza nella donna affetta da diabete dovrebbe, quando possibile, essere programmata. È importante programmare la gravidanza anche perché, in particolare per le donne affette da diabete mellito di tipo 2 che praticano terapia con ipoglicemizzanti orali, sarà necessario modificare la terapia verso la terapia insulinica, almeno finché dura la gravidanza.
Gli ipoglicemizzanti orali, infatti, non sono (quasi) mai stati “provati” durante la gravidanza, e non se ne conoscono i possibili effetti sul feto.
Il diabete gestazionale rappresenta una delle più frequenti complicanze della gravidanza e la sua incidenza è in continuo aumento negli ultimi anni a causa dell’aumento dello stile di vita sedentario e dell’obesità. Ma perché durante la gravidanza si può sviluppare il diabete?
La presenza di variazioni ormonali, di modifiche del peso, la produzione di particolari ormoni, normalmente non presenti, ad opera della placenta, fanno sì che in una donna che presenti particolari fattori di rischio e condizioni predisponenti si possa sviluppare il diabete gestazionale.
Ecco i principali fattori di rischio del diabete gestazionale:
• Età maggiore di 35 anni
• Obesità o sovrappeso
• Familiarità per diabete
• Precedente diabete gestazionale
• Precedenti problemi ostetrici: macrosomia fetale
• Ipertensione arteriosa

Come si fa a fare diagnosi di diabete gestazionale?
Il nuovo valore soglia della glicemia a digiuno per porre diagnosi di diabete gestazionale è ora di 90 mg/dl. Se la glicemia a digiuno è >126 mg/dl si parlerà di diabete manifesto in gravidanza (in altre parole, diabete probabilmente già presente prima della gravidanza, ma diagnosticato in coincidenza della stessa).
Le donne a rischio di sviluppare diabete gestazionale o in presenza di uno o più fattori di rischio sopraelencati, devono essere sottoposte a curva da carico con 75 gr di glucosio e anche un solo valore anomalo nella curva è sufficiente per porre diagnosi di diabete. (Maggiori dettagli possono essere trovati nelle tabelline seguenti).
Un aspetto da non sottovalutare quando parliamo di diabete gestazionale è la possibilità che, dopo il parto, possa permanere un’alterazione della glicemia.
Una donna che ha avuto il diabete gestazionale è a maggior rischio di sviluppare, dopo molti anni, il diabete di tipo2; per tale motivo è suggerita una rivalutazione con le stesse modalità (curva da carico con 75 gr di glucosio) a distanza di 6-12 settimane dal parto.

DIAGNOSI DI DIABETE GESTAZIONALE
(OGTT 75 gr di glucosio)

DA ESEGUIRE ALLA 24ma-28ma SETTIMANA

VALORI SOGLIA DI GLICEMIA (mg/dl)
a digiuno: < 92
1 ora: < 180
2 ore: < 153

Il controllo della glicemia entro limiti ben stabiliti è un aspetto importantissimo del trattamento del diabete gestazionale. I valori della glicemia devono essere mantenuti al di sotto di limiti ben precisi che sono: <90 mg/dl a digiuno, <130 mg/dl a 1 ora dal pasto e <120 mg/dl a due ore dal pasto.
Per fare questo la futura mamma va istruita all’automonitoraggio glicemico a domicilio (cioè con il glucometro) che andrà effettuato in maniera adeguata, con misurazioni della glicemia a digiuno e dopo i pasti e andrà impostata un’adeguata terapia dietetica ed un programma di attività fisica (che rimangono in ogni caso i cardini della terapia per tutta la durata della gravidanza, a prescindere dalla necessità di iniziare altre terapie); qualora questo non fosse sufficiente, sarà necessario iniziare la terapia insulinica.
Ma questo non deve rappresentare un problema. Tutte le future mamme con il diabete sanno benissimo controllare le loro glicemie ed il TEAM DIABETE a cui vi siete affidate è sempre a vostra disposizione per dubbi e chiarimenti.
Se siete delle future mamme ed avete letto fino a qui, ma avete ancora domande, non esitate a scriverci sul sito.
Se invece leggendo vi è venuta in mente vostra figlia o vostra nipote (che quale vostra parente ha probabilmente ereditato un minimo aumento del rischio di sviluppare il diabete gestazionale), raccomandategli di eseguire lo screening (la curva con 75 grammi descritta in tabella) e non preoccupatevi.
Se svilupperà il diabete gestazionale sarà probabilmente la migliore paziente che voi conosciate. Anzi, alla fine, sarà lei ad insegnarvi a trattare il vostro diabete!